lunedì 16 agosto 2010

Opere tecnologiche e EMAS


In questi giorni mi è stato chiesto quale possa essere il contributo di EMAS per quanto concerne la corretta gestione della rete di una fognatura comunale gestita da altro Ente gestore.
Supponiamo che esista la criticità (assai diffusa in tutta Italia) della commistione delle reti di acque bianche e acque nere, con inevitabili ripercussioni sia sulla fase di collettamento (che risulta insufficiente nei momenti di pioggia, tanto che si assiste al famoso "salto" del tombino o al difficoltoso scarico da certi scarichi, per es.: da piazzali aziendali) sia nella fase di depurazione (in presenza di un carico idraulico eccessivo il depuratore è costretto ad andare in by-pass, cioè a scaricare direttamente a fiume o a mare i reflui non depurati , sebbene diluiti...).
Il problema più grave (cioè il collo di bottiglia) a mio avviso sta nel momento della pianificazione delle attività da farsi in periodi più o meno lunghi che necessitano di scelte (politicamente coraggiose e magari impopolari nel brevi-termine): decidere come impiegare certe risorse (in questo caso, assai cospicue) per sdoppiare la linea della fognatura (progetti, affidamento incarichi, cantieri e collaudi possono costare diversi milioni di euro e anche sacrifici di 2-3 anni a popolazione residente) richiede tanto senso civico alla popolazione locale che paga le tasse.

Vale la pena ricordare che alcuni Enti pubblici e privati sono già riusciti nell'impresa di avviare e realizzare tali lavori, come per esempio:
1) Zona delle Province di Venezia e Treviso: le norme nazionali di salvaguardia della laguna di Venezia ormai hanno imposto da 10-15 anni alla Regione Veneto e ai Comuni che scaricano direttamente o indirettamente (cioè nei fiumi che poi sfociano in laguna) i lavori di sdoppiamento delli reti fognarie (bianche e nere);
2) Provincia di Trento: molti Comuni trentini, con il robusto supporto della Provincia autonoma di Trento, hanno recentemente avviato o portato a termine tali lavori, a beneficio dei torrenti e fiumi ricettori.

Effettivamente gli esempi positivi, a mia conoscenza, si focalizzano in queste due aree perchè si tratta sempre di interventi assai costosi. Ma occorre anche constatare che alle pianificazioni effettuate sono seguite delle corrette e puntuali esecuzione lavori.

Quale può essere dunque il contributo di EMAS?
Io penso che sia quello di evidenziare con chiarezza le criticità in campo e quali azioni/provvedimenti le amministrazioni abbiano deciso di intraprendere, puntualmente e periodicamente verificate da un Ente terzo (il Verificatore EMAS) che contribuisce a far sapere ai cittadini lo stato dell'arte di certe opere in corso e quale sia il loro effettivo contributo all'Ambiente

(considerando che non sempre a opera eseguita segua il tanto auspicato ed atteso miglioramento ambientale).

1 commento:

Anonimo ha detto...

prova
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