Supponiamo che esista la criticità (assai diffusa in tutta Italia) della commistione delle reti di acque bianche e acque nere, con inevitabili ripercussioni sia sulla fase di collettamento (che risulta insufficiente nei momenti di pioggia, tanto che si assiste al famoso "salto" del tombino o al difficoltoso scarico da certi scarichi, per es.: da piazzali aziendali) sia nella fase di depurazione (in presenza di un carico idraulico eccessivo il depuratore è costretto ad andare in by-pass, cioè a scaricare direttamente a fiume o a mare i reflui non depurati , sebbene diluiti...).
Il problema più grave (cioè il collo di bottiglia) a mio avviso sta nel momento della pianificazione delle attività da farsi in periodi più o meno lunghi che necessitano di scelte (politicamente coraggiose e magari impopolari nel brevi-termine): decidere come impiegare certe risorse (in questo caso, assai cospicue) per sdoppiare la linea della fognatura (progetti, affidamento incarichi, cantieri e collaudi possono costare diversi milioni di euro e anche sacrifici di 2-3 anni a popolazione residente) richiede tanto senso civico alla popolazione locale che paga le tasse.
Vale la pena ricordare che alcuni Enti pubblici e privati sono già riusciti nell'impresa di avviare e realizzare tali lavori, come per esempio:
1) Zona delle Province di Venezia e Treviso: le norme nazionali di salvaguardia della laguna di Venezia ormai hanno imposto da 10-15 anni alla Regione Veneto e ai Comuni che scaricano direttamente o indirettamente (cioè nei fiumi che poi sfociano in laguna) i lavori di sdoppiamento delli reti fognarie (bianche e nere);
2) Provincia di Trento: molti Comuni trentini, con il robusto supporto della Provincia autonoma di Trento, hanno recentemente avviato o portato a termine tali lavori, a beneficio dei torrenti e fiumi ricettori.
Effettivamente gli esempi positivi, a mia conoscenza, si focalizzano in queste due aree perchè si tratta sempre di interventi assai costosi. Ma occorre anche constatare che alle pianificazioni effettuate sono seguite delle corrette e puntuali esecuzione lavori.
Quale può essere dunque il contributo di EMAS?
Io penso che sia quello di evidenziare con chiarezza le criticità in campo e quali azioni/provvedimenti le amministrazioni abbiano deciso di intraprendere, puntualmente e periodicamente verificate da un Ente terzo (il Verificatore EMAS) che contribuisce a far sapere ai cittadini lo stato dell'arte di certe opere in corso e quale sia il loro effettivo contributo all'Ambiente